giovedì 22 ottobre 2015

I SOMIGLI A EXPO

il treno 98XXX è in arrivo al binario 1. Allontanarsi dalla linea gialla
"Lisetta stai in qua! E sai la un si sposta mica eh?" 
"babbo calma, digeriamo la brioche per piacere, vai salite su" 
ehehe sembra facile.Tra la mole dei miei vecchietti e il bastone, gli scalini del treno possono essere ostili. Ma loro non vogliono che li aiuti, si arrangiano da soli, ostinati. Più esattamente duri come muli.
Expo ci attende. E noi arriviamo con la giannetta alla mano e le ciabatte della Lisetta nel mio zaino.
Sono emozionati, l'alta velocità, la metro, Milano..insomma vanno in gita con la figlia e non succedeva dagli anni novanta..Passata l'ansia da biglietto, che nei treni moderni non si deve bucare alla macchinetta, anzi nemmeno stampare, "ora fanno tutto con i telefono tascabile" la perla di Aldino per la Lisetta.
"poi lei (cioè io) con quel telefono la impazza, sempre per le mani", poi si gira e vede che le altre 50 persone nella carrozza stanno facendo quello che faccio io: capo chino sul telefono, assorti come in trance e si corregge "tutti impazzati, tutti. mah"
A Expo c'è un fiume di gente, scolaresche a non finire, sono gli ultimi giorni del resto. I miei non sembrano preoccuparsi, "Par d'essere allo stadio!"
"si babbo uguale, davvero"
La Lisetta invece è più pratica e esatta "madonna che casino, che ci si farà a entrare in un padiglione?"
La domanda è pertinente, c'è coda anche per entrare nei padiglioni più brutti. Li porto in Francia e compriamo i dolcetti al burro bretoni, li porto in Brasile (non sulla rete ovviamente!) e prendiamo la manioca fritta, li porto in Cina e non compriamo niente, Aldo si rifiuta, "vaiavaia, mangialo te!"
Poi li porto a mangiare, perchè tutto quel camminare ci ha fatto venire fame. Attraversare il Decumano che è un fiume di gente mica è facile, mi giro e vedo i vecchietti fagocitati dentro una scolaresca coi cappellini rosa. "Dai dentro la scolaresca no!!" urlo
Si staccano dalla fila dei bambini in rosa, e sono risucchiati da un'altro serpentone di ragazzini, stavolta col gilet giallo. Ritonfa.
"mamma mia ho visto più ragazzoli oggi che in tutta la mia vita" commenta disperato il mi babbo
La giornata procede con lentezza e un po zoppicante, ma è una prospettiva di osservazione diversa che mi diverte. Poi il patatrac: perdo un vecchietto all'uscita del padiglione zero. La paura, il terrore: e ora?
"madonnina Sabrina s'perso il babbo, ora un si ritrova mica"
Faccio gli scongiuri, impreco, e mi appello alla madunnina: 
"madonnina madonnina non mi abbandonare,
madonnina madonnina fammelo trovare"
dopo poco mi squilla il cellulare: il mi babbo sta usando il telefono tascabile che lo obblighiamo a tenere in tasca. Credo che sia la prima volta che lo usa. Nel panico ha trovato la lucidità di comporre un numero esatto. "Oh oh e mi son perso!"
"Babbo calmo dove sei?"
"e che ne so sennò un m'ero perso!"
"Babbo alza gli occhi che padiglione vedi?"
"c'è scritto Belgio e di qua c'è i Su..i Sudàn" con l'accento sulla A
"aspettami lì che arrivo. Non ti muovere capito?"
"e te sbrigati che c'ho da andare al gabinetto!!"
pure! corro e rido pensando all'effetto stimolante della paura..
e rido e rido a non finire. Forse sarà la stanchezza. Ma che bella giornata.







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