martedì 8 gennaio 2013

FOGGY DINNER

È quasi tutto pronto per la Foggy Dinner di questa sera, ovvero la cena dedicata al Nebbiolo nelle sue varie declinazioni. Il gruppo dei bevitori diplomati è al gran completo. Con un paio di new entry siamo arrivati a quota 14. La cena è stata pertanto ribattezzata Foggy Nabucodonosor Dinner, perché col cavolo che riusciamo a fare il giro di tutti i bicchieri con un’albeisa o bordolese che sia (anche se a mescere sono sommelier AIS ben allenati a dosare il vino col contagocce).
Ho la strana sensazione che le declinazioni del nebbiolo prese in considerazione si conteranno su un paio di dita, forse tre. Perché se dico nebbiolo quanti di voi pensano chiavennasca? Suvvia la Valtellina è più nota per i pizzoccheri.. e quanti di voi penserebbero a recar sulla tavola un picoutener valdostano?
Ma potrei azzardare di più: a mio avviso non ci si schioda da Cuneo, eppure Ghemme e Gattinara stanno lassù alla distanza di una Spanna..
Anzi a dirla tutta potrebbe pure essere problematico l’attraversamento del Tanaro, notoriamente i sommelier hanno paura dell’acqua..e con questa scusa si elimina anche il Roero: non sia mai!
Insomma il rischio è quello che le declinazioni di Mr Wine Fog siano limitate a lampia e michet e che il nebbiolo appartenga solo ai tipi B&B. E’ un rischio che son pronta a correre, lo giuro..
Pietro da Prato ha perfino proposto di sperimentare solo ed esclusivamente tutte quelle tipologie di nebbiolo che provengono da Serralunga d’Alba, vigneto Francia, vinificati da Roberto Conterno e la cui etichetta inizi con M e finisca in ONFORTINO. Tutte le declinazioni dagli anni Novanta in su..
Ma qui siamo a Doccia caro Pietro, mica a una puntata di Kazzenger..
Ed è proprio con la convinzione d’una foggy bevuta langarola che ho messo a punto un menu di chiara impronta piemontese che parte dai grissini e dalla giardiniera, indugia su qualche prelibatezza del buon Beppino Occelli e si abbandona agli agnolotti al plin e ad un morbido risotto al Castelmagno per poi capitolare su un brasato al barolo.
Ma prima cari amici e commensali vi toccherà una ricetta alessandrina che risale al lontano 1800 messa a punto per celebrare la vittoria di Napoleone sugli austriaci, nella battaglia di Marengo. La ricetta piemontese più astrusa che abbia incontrato e per questo l’ho scelta.. buon appetito!

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