mercoledì 31 ottobre 2012

PICCOLO SPAZIO PUBBLICITA’


La televisione nel ristorante sta accesa in continuo. Nessuno la guarda, ma per volere del cuoco patron/despota, alias mio padre, siccome c’è va sfruttata; non importa su quale canale è sintonizzata, vanno bene anche i canali a 3 cifre con le televendite di extension per capelli, purché il volume sia sufficientemente alto da impedire ogni possibilità di concentrazione o riposo o dialogo nella saletta del bar.
Puntavo sullo switch off per eliminarla, conquistare un meritato silenzio e soprattutto risparmiare qualche soldino. Si perché quella stupida scatola nera, ogni anno tra canone per esercizio pubblico, siae e compagnia bella mi costa quanto una settimana a Zanzibar albergo 4 stelle, volo incluso.
La sera a fine servizio non posso fare a meno di guardarla, mentre riordino il bar, lavo i bicchieri, sciacquo le tazze del caffè, lavo i filtri ecc. Mio padre ancora in divisa, con la cuffia che gli scivola fin sul naso, sonnecchia sulla sedia mentre la TV macina immagini, le musichette ronzano e le pubblicità scorrono. Il fatto è che se mi accingo a spengerla, tac magicamente mio padre si sveglia, borbotta, la riaccende e si rimette a dormire.
Per cui mi rassegno a seguire metodicamente le offerte di Lidl, quanto è profumato il bucato col Dixan e la magnifica tenuta di strada di auto che non mi potrò mai permettere. Tra gli spot degli alimenti imperano le famiglie felici e numerose, le cucine che sembrano campi da calcio, atleti che mangiano schifezze e altre scene più o meno terrificanti.
Il mio gradimento assoluto va ai seguenti spot:
-         Tonno insuperabile: 170 grammi di bontà in olio d’oliva. Fine. 9 secondi, un record. Per scelta non mangio tonno in scatola da anni, ma ti ringrazio signor marinaio  per non avermi rubato più di 10 secondi per raccontarmi il tuo prodotto. Sulla falsariga del tonno: “per te e per gli amici Tassoni”. Stop. Qui si raggiungono i 15 secondi per colpa di una musichetta skip intro;  digeribile lo spot, anche se per me e per i miei amici va benissimo un caffè..
-         a breve cominceranno a martellarci con gli spot natalizi. Uno lo salvo ed è il panettone Balocco: il babbo/nonno coi baffi bianchi che incarta i panettoni uno a uno li carica all’alba sui camioncini e li saluta dicendo “fate i buoni!”. Dagli spot con Heather Parisi ne ha fatta di strada la Balocco..
-         regina incontrastata di tutte le pubblicità, quella del parmigiano reggiano: “L’intrusa”. Una vacca qualunque tenta di imbucarsi nel praticello delle vacche selezionate, ma l’attento allevatore, la rispedisce fuori: “ascorta bellina tu mi fai sforare le quote latte, vedi di tornà a fa’ le sottilette che un c’ho più voglia di andare a intasare l’autostrada col trattore”. No forse mi sono confusa non mi pare che le sue parole siano esattamente queste..






sabato 27 ottobre 2012

APPUNTI DAL SALONE DEL GUSTO


Note del giovedì.
- Niko Romito: non c’è più posto per il suo show presso lo stand della Garofalo.
Mica mi do per vinta.. dopo un mese di Irlanda e decine di invasioni di proprietà a caccia dei quattro dubliners più famosi mi spaventerà uno stand di carton gesso?
Ormai son così abile a imbucarmi che riesco pure a conquistare una posizione ottimale per vedere lo chef all’opera. Non solo, pare che oggi la fortuna mi assista: qualcuno ha lasciato un malloppo di carta incustodito vicino a me e mi ci casca l’occhio: Azz ci sono tutti gli appuntamenti più cool della giornata, ho fatto bingo!
“scusi signora quel dossier è mio”, è la voce di un fotografo che reclama il suo programma.
Dossier, quale dossier io non vedo niente, no no io non ho in mano nessun dossier..
Addio ad un altro paio (come minimo) di imbucate clamorose.

- Lo stand di Gabriele Bonci non lo posso saltare. Non tanto perché abbia voglia di pizza qui al salone, ma perché della sua pizza è tutto un gran parlare: “buona e cara”, gli aggettivi più comuni per identificarla. Mi paiono calzanti; il prezzo è certamente sostenuto dalla qualità di quel trancio di pizza, con triplo condimento, sebbene la mia scelta sia caduta su una margherita bianca con pomodorini datterini che stava uscendo dal forno. Mi aspettavo qualcosa più di impatto, tuttavia con un condimento così semplice mica mi potevo aspettare la persistenza di un tartufo?
La prossima volta opterò per quella con le acciughe del Cantabrico, foss’anche del giorno prima.

- nello spazio Caffè Letterario, che vale la sosta perché essendo sopraelevato offre una bella panoramica del padiglione due, ho fatto un piacevole incontro con due blogger e una giornalista, che mi hanno parlato della loro esperienza lanciando spunti che ancora mi ronzano in testa.

Note  a piè pagina:
- Manca il guardaroba. Per trovare il deposito bagagli ho impiegato un’ora, non perché sono ritardata, semplicemente perché le indicazioni portavano in un posto vicino all’ingresso, quando in realtà in der posto non c’era nessuno. Servizio info inesistente. La fortuna mi ha fatto incontrare uno dei volontari, (per la precisione l’ottavo a cui ho fatto la stessa domanda), che mi ha detto: non so niente, ma vedo che molti espositori vanno in quella direzione coi bagagli. Insomma il deposito bagagli sta esattamente nella parte opposta all’ingresso, si devono attraversare tre padiglioni, la zona di enoteca toscana, l’area street food, tutto l’Ovale con i presidi esteri e poi in fondo in fondo, dietro l’ultimo stand della nazione più sperduta del pacifico c’e un piccolo cartello in cartone scritto col pennarello: BAGAGLI/LUGGAGE. Ho visto molte persone girare per il salone col trolley..

- L’acqua: inutile che ci si vanti di aver inserito punti di distribuzione dell’acqua di rubinetto gratis, se poi sulla cartina non sono segnalati, a occhio nudo sono invisibili e per non morire di sete si devono sganciare 1,5€ per mezzo litro di acqua al baretto griffato Autogrill.

Per tutto il resto il salone è magnifico, come sempre.
  

martedì 23 ottobre 2012

SPRTIZ PER SCIMMIETTE

Come ogni martedì si celebra il rito dell'aperitivo.
Le mie amiche mi aspettano al bar, a quello sull’angolo dove c’è quel barista (anzi barrista) caruccio.
Si perché a Firenze ci sono i bar, ma in realtà si va al barre dove ci stanno i barristi, non fa una piega.
Sono in ritardo e parcheggio da perfetta interdetta vicino ai cassonetti, talmente vicino che lo sportello non si apre e sono costretta a scendere dal lato passeggero.
-Sabri sei sempre in ritardo!-eccole subito a scalpitare
- hai 30 anni (parecchio inoltrati, sottolinea la Marta) e ancora accumuli ritardi su ritardi!
-la RI-tardona..ahaha!!! (e se la ridono come due oche)
Ordiniamo due spritz e un succo di ananas per l’Aurora che è a dieta o meglio, a regime alimentare speciale.
Prosecco, aperol, acqua frizzante, fettina di arancia. Ohi ohi manca l’oliva, ma presentarmi al bancone a reclamare l’oliva non mi pare l’approccio più felice con il barrista figherrimo.
Preferisco immaginare il bel shakeratore che trasportato dalle mani della folla arriva al mio tavolo, mi strizza l’occhio e mi tuffa l’oliva nel bicchiere: perché queste cose succedono sola nella pubblicità?
Da un paio di anni a questa parte sono entrata a far parte del gruppo dei “maniaci dello spritz”, come qualcuno ci ha definiti qui. Purtroppo l’ho conosciuto tardi, un paio di anni or sono appunto, in un luogo non sospetto: Merano. Uscita dalle terme, nella piazza antistante c’era una sorta di festa e tutti bevevano questi bicchieroni di liquido arancione, che mi suscitarono forte curiosità, non tanto per il colore, decisamente innaturale, piuttosto per la quantità generosa che ne veniva servita e vivvaddio senza ghiaccio. In Alto Adige lo chiamano veneziano, lo servono nei calici grandi, quasi colmi, mentre il ghiaccio lo lasciano sulle cime circostanti, e per questo godono di tutta la mia stima. Solo più tardi ho capito che si trattava dello spritz sotto mentite spoglie..
Recentemente un’amica veneta di ritorno dalla Serenissima me lo ha fatto provare con il Select al posto dell’aperol. In corso d’opera si è dimenticata di aggiungere l’acqua gassata: risultato la mia testa era in gondola ma col palato piacevolmente anestetizzato.

-Sabri ma che hai? Sei taciturna, ancora pensi all’oliva?
-Eddai in fondo è venuto a chiederci se volevamo altre noccioline..
-le noccioline..ma per chi ci ha preso? Per delle scimmie coatte che si grattano la testa e si battono le mani sul petto?
.-si vede che lo spritz non le è piaciuto..
-consolati sabri, data l'età a breve dovrai passare all'analcolico biondo..
-così forse rimorchia il gorilla del Crodino, forse.

martedì 16 ottobre 2012

GIROGUSTANDO: SI PARTE!


Girogustando, la manifestazione ideata da Confesercenti Siena, quest’anno approda a Padova e domani è il mio turno!!
Perciò sola et pensosa mi accingo a partire per portare un po’ di Toscana nei Colli Euganei, ma mentre Petrarca si spinse fino ad Arquà, io mi fermerò un po’ prima, a Vescovana.
E anche se non vo recar con meco il Canzoniere, ho comunque un bagagliaio stipato di bardiccio, soprassata, zolfini, sugo di fegatini, vin santo e Chianti Rufina: questo di per sé potrebbe valermi la cittadinanza onoraria senza aver scritto un verso!!
Per la serata abbiamo messo a punto un menu tosco-veneto assai ricco, realizzato a quattro mani (anzi a sei), insieme a Mauro e Sandra del ristorante Al Porto. Gli zolfini incontrano la polenta infasolà, il peposo se ne esce col mais biancoperla e il vin santo per una volta abbandona il cantuccio per un flirt col bussolà.
E poi ancora crespelle alla fiorentina,  crostone col bardiccio, le tagliatelle spente a ova e la soppressa vicentina, e il pane cotto nel forno a legna.
Per questa mia prima trasferta in grembiule necessito di un serio in bocca al lupo..
Spero di ritornare vittoriosa e con un buon numero di bottiglie di Moscato fior d’arancio.

sabato 13 ottobre 2012

PERFECT DAY

Una splendida giornata, stravissuta straviziata senza tregua..
Sottotitolo: la giornata in cui il padre di vulcani attivi mi disse “che buona la tua focaccia”.

Ho la tremarella, quella che non mi prendeva da un bel po’, quella sana che mi fa sentire su di giri a mille. Spero di non rovesciare i piatti col collo di pollo ripieno e i fagioli zolfini..
Sabri mantieni la calma! mi ripeto mentre armeggio in questa piccola cucina.
Sembra facile, di là in salotto siede il gotha dell’alta ristorazione, ci son più stelle che in una galassia, tutti seduti al tavolo apparecchiato a festa, con tovaglia a fiori  e col servizio di porcellana della domenica.
E per questo desinare fiorentino oltremodo casalingo qualcuno di loro s’affaccenda a mescere la minestra di riso e lampredotto servita nella zuppiera, qualcun altro s’adopera a radunare i piatti sporchi e c’è pure chi si alza per chiedere il bis del mio peposo.
Such a perfect day.
Li osservo, sono belli e beati e fanno la scarpetta nel piatto.
Sto sognando? Signore ti prego fa che non mi svegli proprio ora, almeno fino a che non ho assaggiato quel Ployez-Jaquemart e quel Paul Goerg che fanno bella mostra di sé al centro del tavolo. E senti, visto che c’è pure una magnum di Ornellaia del 1998, non è che puoi aspettare che abbia assaggiato pure quella?
Intanto approfitto della distrazione dei commensali concentrati sul cibreo per afferrare un goccetto del Giorgio Primo, non si sa mai..
Ah che giornata, ho già dimenticato la notte quasi insonne per l’emozione, la bruciatura alla mano e pure la mancata messa in piega. Alla manicure però non ho voluto rinunciare..

mercoledì 10 ottobre 2012

ECCE KITCHEN CONFIDENTIAL

-Sabri il tuo frigo mette una tristezza infinita..nel deserto c'è più vita-
- C'è del vino..e finché c'è vino c'è speranza. Serviti pure-
E stappa l'ultimo superstite della mia incursione da Köfererhof: il Sylvaner..
- e c'è anche un bel pezzo di parmigiano. Posso vantarmi di avere le stesse cose che ha Carlo Cracco nel frigo. Ti ricordi? lo disse durante l'intervista da Fazio, che nel suo frigo vuoto non manca mai il parmigiano
- quella intervista in cui stritolò la Parodi con lo stile di un caterpillar?
- si la fece a pezzetti fini fini..una specie di tartare. Comunque il mio frigo è come il suo, fico no?-
- eh no che c'entra il frigo con il figo? Se vuoi fare il figo usa lo scalogno. Parola di Carlo-
- ah non mi ci far pensare! Quello è l'unico caso in cui lo scalogno mi fa lacrimare più della cipolla!-
- in effetti non si può pubblicare un titolo così, è diseducativo-
- il fatto è che dopo Kitchen Confidential ogni letteratura culinaria che segue ha perso di senso-
- vai rieccola con quel cuoco bollito. Bourdain è per femmine coraggiose, quelle da sbuffetto dopo flute di champagne..-
- per Bourdain berrei anche Coca cola con boato a seguire (oddio ma cosa sto dicendo?)
- Dai Sabri non puoi sognare un principe che si presenta senza le rose ma con una piastra a induzione..a un  principe così se gli proponi qualcosa di piccante pensa al chili con carne, mica ad altro..-
- ma dai non è vero, e poi alla mia età ormai per il piccante mi accontento anche di una nduja, senza scomodare mister tex mex-
- ma così è un po' come avere l'hot senza il dog..-
- o tonnellate di chili peppers senza i red hot..-
- mi fermo io o ti fermi tu?- e si versa un altro bicchiere di Sylvaner.

un pensiero per il bel Carlo: se vuoi fare il figo per prima cosa devi scendere sulla terra (l'uomo angelicato non è per niente sexy). a quel punto puoi pure farmi un uovo al tegamino: mi commuoverò anche senza scalogno.

domenica 7 ottobre 2012

PARLIAMO DI VIN SANTO

  • Ricominciano le degustazioni!!
    Questa sera (luned' 8 Ottobre), alle ore 21, nei locali della sezione soci Coop Firenze nord ovest,Via Vittorio Emanuele 192 una serata interamente dedicata al Vin Santo toscano, nelle sue molteplici ed interessanti espressioni.
    All'incontro seguirà la degustazione di almeno sei tipologie di vino e saranno serviti dolci e stuzzichini in abbinamento, a cura del Ristorante “Il Maccherone”.
    La serata e la degustazione saranno guidate dai sommelier Sabrina e Simone.
    Costo della serata 20 euro. Max 25 partecipanti; parte del ricavato sarà destinata alla Fondazione “Il cuore si scioglie”.
    Siete avvertiti; io nel frattempo mi metto ai fornelli..

    Info: prenotazioni entro il 5 Ottobre c/o sezione soci Coop, via V. Emanuele, 192; 0554376343 (lun. e venerdì10-12, mart. E giov. 17-20) o al 3398426143



  • martedì 2 ottobre 2012

    BAMBINI AL RISTORANTE (remix)

    Dei bambini al ristorante se ne parla in continuazione (per lo più male) e in effetti lavorando in un ristorante ho una certa dimestichezza con l’argomento.
    Tutto il gran dibattere gira intorno alla questione di bambini maleducati e genitori che lo sono altrettanto. Ma la cosa alla quale nessuno pare prestare attenzione è il fatto che i bambini talvolta al ristorante mangiano.
    Ma tu pensa..
    Nove volte su dieci la mamma ordina per il bambino un piatto di pasta corta in bianco (le penne vanno per la maggiore). "Mi porti l’olio a parte e mi raccomando niente formaggio e il burro per favore lo potrebbe sciogliere che se lo vede non le mangia più".
    Poerannoi! Ripete con sincero sgomento il mi’ babbo oste cuciniere vecchio stampo (molto vecchio!).
    Puntualmente quelle penne si infilano dappertutto nel raggio di qualche metro: tovaglia, seggiolone, per terra, appiccicate alle tende; mai che ve ne fosse una che si infila nella bocca del pargolo.
    Lo stesso pargolo che pilucca allegramente con le mani un pezzetto di raviolo al ragù della mamma, che mordicchia il crostino alla salsiccia che ha ordinato la zia, e che punta col dito in modo insistente il tagliolino al tartufo del babbo.
    Cara mammina se fossi tuo figlio bambino mi incazzerei come una scimmia se dopo una settimana di pasta in bianco a casa, si va al ristorante e mi fai rimangiare le penne pallor mortis. E allora si che mi metto a strillare, lancio tutto a destra e sinistra e faccio i dispetti a quella strega della cameriera che me le ha rifilate.. Si perché a lei, a quella tizia col grembiule mi sa che gli sono antipatico: porta a tutti cose buone e profumate, e a me le algide penne; e allora io pigio i pulsanti del frigo, mi sdraio in terra, scorrazzo per la sala e le lancio contro i miei balocchi.
    Ehi mamma, vuoi vedere che se mi educhi a mangiare le tue stesse cose buone io ci resto più volentieri a tavola?
    Vuoi vedere che se al ristorante la mia bocca si diverte giocando con sapori nuovi, rompo meno le scatole a tutti, cameriera in primis?
    E vuoi vedere che pure la cameriera smette di sorridermi a  denti stretti imprecando silenziosamente contro di me e i miei amichetti, e il ristoratore non suda le sette camicie quando telefoni per prenotare dicendo 6 adulti e 4 bambini..

    E facciamolo sto gioco belle mamme, partecipo pure io che sono la cameriera e dato che non ho figli magari imparo qualcosa che mi potrà tornare utile. Giuro che se perdo non faccio  il broncio.