sabato 31 marzo 2012

L'ALTRA FACCIA DEL VINITALY

Barbara Bonaccini
Sui blog si è fatto un gran parlare delle code interminabili, delle linee impazzite, per non dire latitanti, dei cellulari, del taglio delle standiste dal sorriso Durbans e il tacco che più a spillo non si può…insomma quel gran Luna Park della fiera vinosa più importante d’Italia ha come sempre lasciato il segno nel bene e nel male.
 Quello che mi resterà dentro della mia trasferta veronese sarà, con gran sollievo l’altra faccia del Vinitaly ovvero:
  •  le semideserte stradine periferiche alla fiera dove con un po’ di audacia e, beh si ammettiamolo, .con una bella botta di… siamo riuscite a parcheggiare, senza pagar nulla e con in più il vantaggio di poter fare due passi all’uscita dall’ottovolante delle degustazioni mentre nelle vie parallele regnava l’inferno.
  • I ristoranti sulle colline veronesi, Dalla Bice a Torbe e La Cola ad Avesa: alla faccia dei tornanti ubriacanti e dell’aspetto esteriore da trattoriine di campagne, ambienti accoglienti e dall’atmosfera rilassata dove ci siamo ristorati dalle immani fatiche della giornata a suon di bigoli e baccalà mantecato.
  • Casette Volpare, un delizioso B&B immerso nel verde degli ulivi, fra profumi di pesco e sotto un tappeto di stelle. Un paradiso ad appena…7km da Verona, fissato solo a gennaio,  non lo scorso anno,  con buona pace di quei poveri espositori che fissano con un anno di anticipo topaie cittadine che assumono magicamente il nome di “hotel” nei giorni fatidici della fiera.
  • Le pale secolari dei mulini di Borghetto, un nugolo di pietre sulle sponde del Mincio che sembra uscito da una fiaba di Andersen.
  • Un’amica chef, un po’ svitata come me, un po’ Thelma o…un po’ Louise, con cui scorrazzare in auto lungo la Strada del Riso Vialone Nano IGP alla ricerca del gustoso souvenir di una tre giorni di spensierato godimento.


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